Dopo la lettera di La Malfa a Berlusconi/Perplessità intorno a questa iniziativa

Il rischio di finire ancora "in mezzo al guado"

di Widmer Valbonesi*

La presa di posizione dell’on. Giorgio La Malfa è talmente sorprendente che rischia di apparire strumentale, frutto di uno dei soliti giochini tattici tesi a protestare per tentare di rivendicare un ruolo nel governo o a bloccare il partito che tenta di serrare le file dei repubblicani italiani.

Sorprendente, perché era talmente tanta la fiducia dell’on. La Malfa nei confronti del PDL e di questo governo che voleva portare il partito a favorire il processo di scioglimento nel PDL del PRI. La sua adesione iniziale al gruppo del PDL, e non a quello misto, ha comportato un pronunciamento perentorio della Direzione nazionale.

Nel momento in cui non siamo partecipi attivi del governo, mi sembrava chiaro che sia mutata sostanzialmente la nostra collocazione, nel senso di una maggiore autonomia di giudizio rispetto a quella che comporta la partecipazione al governo.

E tra l’altro mi sembra che nelle prese di posizione del partito, dal rifiuto del bipolarismo o del bipartitismo e quindi di scioglierci nel PDL, la durissima critica alla legge elettorale europea, dalle critiche al federalismo, dalle denunce dell’intromissione nella politica italiana del Vaticano e delle facilitazioni di cui gode la Chiesa, dalle politiche per il Mezzogiorno, come quelle per le infrastrutture, il partito abbia rimarcato le peculiarità di una forza autonoma che può allearsi con altre forze, ma che ha una cultura di riferimento, ideali e valori, soluzioni politiche e contenuti diversi dalla destra e dalla sinistra.

Del resto la ragione dell’involuzione degli schieramenti di destra e sinistra è data dal fatto che entrambi sono prigionieri delle rispettive ali estreme e non "egemonizzati " dal quel centro che, nella visione di Ugo La Malfa e Spadolini, era rappresentante degli interessi generali del paese.

Il bipolarismo all’italiana supera nei fatti la Costituzione repubblicana, parlamentarista, per dare direttamente al popolo l’investitura del governo, il che rende impossibile la collaborazione sull’interesse generale, soprattutto nei momenti di crisi in cui il valore supremo dell’interesse generale dovrebbe superare quello partitico.

Basti pensare che oggi il bipolarismo regge sul berlusconismo e sull’antiberlusconismo, e non sulla capacità di offrire soluzioni adeguate ai problemi immensi che la crisi economica e sociale pone a tutti i popoli del pianeta.

Il Parlamento, dove dovrebbe svolgersi la sintesi dell’interesse nazionale, di fatto diventa un luogo di registrazione, di presa d’atto, di voti di fiducia, di abbandoni , di filibustering e cioè di lotta politica e non di riforma legislativa.

Le ragioni per creare una forza di cultura liberaldemocratica, laica e repubblicana sono da me sostenute da almeno vent’anni , ma non sono mai state ragioni di isolamento politico; ho sempre ritenuto che creare una forza di questo tipo fosse un fatto pre - politico; la terza via che doveva poi organizzarsi in terza forza se esistevano le condizioni politiche ed organizzative per farlo.

La posizione di La Malfa dove ci colloca? In un centrismo determinato dalle posizioni di Casini e Fini che per il momento sembrano più inseguire vantaggi contingenti, per le regionali l’uno e per la successione di Berlusconi l’altro? In una posizione autonoma in movimento verso sinistra?

Con questa sinistra che, se vince Franceschini, sarà giustizialista e integralista e che, se vince Bersani, sarà socialista ed aperta a tutte le ali estreme della sinistra comunista?

A me sembra che noi dobbiamo costruire una posizione liberaldemocratica con contenuti moderni e chiamando a raccolta federativa tutte le forze laiche liberaldemocratiche e repubblicane, a partire dal recupero della diaspora con l’MRE. Dove ci porta la posizione di La Malfa?

In mezzo al guado da dove con spaccature ormai croniche eravamo usciti o forse in un disegno tattico di minor respiro.

Perché La Malfa invia una lettera a Berlusconi senza aver ricevuto l’input dal partito? Ad "Omnibus" ha dichiarato che non ha ricevuto risposta. Ma perché La Malfa si aspettava una risposta da Berlusconi su una posizione personale? Se era una posizione di valore politico strategico, la si formalizzava negli organi del partito e si prendeva atto della risposta o della non risposta traendone politicamente le conseguenze. Non sarà che, essendo La Malfa contrario alla ricomposizione della diaspora con l’on. Sbarbati, ha voluto lanciare un messaggio a Berlusconi attendendosi una risposta di visibilità nel governo che bloccherebbe di fatto quel processo? Intanto ha incassato una dichiarazione di presa di distanze da parte della segreteria nazionale, che ha ribadito di un patto di legislatura con Berlusconi. Il che creerà qualche problema nel rapporto con l’MRE, anche se l’autonomia di fatto e la collocazione nel gruppo misto erano già inequivocabili segnali di un’autonomia politica.La motivazione di dissenso sui contenuti portata avanti da La Malfa è talmente clamorosa da essere poi contraddetta dalle inesistenti iniziative parlamentari autonome; costituisce un ottimo paravento, ma la mia impressione è che sia tardiva e di corto respiro strategico. Per cui non mi fido.

*Segretario regionale Pri Emilia Romagna